L’alimentazione umana è diventata una delle tematiche più interessanti e dibattute dei nostri tempi. Se ne parla molto più che in passato e, molto probabilmente, in questo hanno giocato e giocano un ruolo significativo tutte quelle ricerche e scoperte scientifiche che negli ultimi decenni hanno sottolineato il legame tra cibo e malattia. La paura di non stare bene, di ammalarsi e morire, rappresenta forse lo stimolo più importante per le nostre società occidentali che, offuscate e ottenebrate dall’opulenza, si sono lasciate andare fin troppo ai piaceri della tavola incorrendo in patologie che, a giudicare dalla loro diffusione, hanno l’aspetto di vere e proprie epidemie. Il cancro, l’obesità, le malattie cardiache, il diabete, l’ipertensione sono diretta espressione di stili di vita che stanno lentamente, ma inesorabilmente, togliendo qualità alle nostre esistenze. Ad oggi, l’aspettativa di vita media è aumentata di tanto: si riesce a vivere anche fino a ottanta o novanta anni, ma chi ci arriva in salute?
Abbiamo la necessità di essere nuovamente educati ad alimentarci in modo sano ed equilibrato e questo implica l’interrogarsi in maniera critica sia sulle nostre abitudini alimentari, quelle che fino a ora abbiamo sempre ritenuto corrette, sia sul nostro stile di vita che sempre più spesso cede il passo alla sedentarietà. Sono ormai moltissimi gli approfondimenti televisivi, le riviste specializzate e i libri che cercano di divulgare informazioni utili in questo senso. Tuttavia, poiché spesso e volentieri queste hanno un piglio poco e per niente medico-scientifico, provocano effetti più negativi che positivi nei loro destinatari. Regna molta confusione al riguardo ed è molto facile perdersi all’interno di un magma di saperi che, non di rado, è contraddistinto da teorie e approcci in netta contraddizione e contrapposizione fra loro.
Da qualche anno, buona parte delle mie energie è spesa nel tentativo di capire cosa e quanto mangiare, e come migliorare il mio corpo e la mia mente per essere più reattiva e propositiva nella mia quotidianità. Non si tratta solo di una questione estetica. Credo di aver superato da molto la fase: “oddio devo essere anoressica e bella per farmi accettare dagli altri”. La mia è una ricerca di natura diversa che ha a che fare con il desiderio di connettere me stessa alla dimensione naturale e cosmica delle cose. L’idea è quella di comprendere quale sia la mia reale natura, quali siano i miei reali bisogni e necessità come animale che vive all’interno di quell’essere vivente che solitamente chiamiamo Gaia. Detta più semplicemente, vorrei capire in che modo strutturare la mia esistenza affinché questa sia il più possibile in armonia con la nostra biosfera. In questo viaggio difficile, impegnativo, ma altrettanto affascinante, trovo il senso alle mie giornate. Alimentarsi secondo natura rappresenta per me una delle vie principali attraverso cui costruire il mio rapporto di interconnessione con il mondo naturale. Ed è proprio l’idea di sentirmi connessa a quest’ultimo che mi fa sentire bene!
Nel mio viaggio alla scoperta di informazioni utili a migliorare la mia alimentazione e il mio stile di vita, ho incontrato Serena Missori, medico chirurgo e specialista in endocrinologia e malattie del ricambio. È attraverso youtube che ci siamo conosciute e, dopo aver collaborato insieme ad un progetto sul riciclo creativo, qualche tempo dopo sono entrata a far parte del suo gruppo FB all’interno del quale segue più da vicino un numero molto ristretto di persone veramente interessate al suo approccio, l’Alchemic Medical System di cui spero di potervi parlare presto in un altro articolo o in una videointervista sul mio canale.
Qualche settimana fa, quando con l’arrivo dell’estate i media hanno iniziato a bombardarci di discorsi un po’ sterili sulla solita dieta per la prova costume, e dopo la notizia della radiazione dall’albo dei medici del noto Dukan, le ho proposto un’intervista nella quale parlare di alimentazione e, nello specifico, di diete pre-estive riparatrici e finto-miracolose. Vuole essere un modo per riflettere sul vero significato del termine dieta e, allo stesso tempo, sui possibili problemi che possiamo avere quando ci affidiamo a programmi alimentari non personalizzati.
Enjoy the interview!
A: Che rischi ci sono quando si segue una dieta che è stata pensata per essere seguita da molte persone e quindi non si basa su un approccio personalizzato?
S: Prima di parlare di rischi per la salute, parlerei di delusioni! Delusioni poiché la non personalizzazione porta inesorabilmente al non raggiungimento dell’obiettivo, a causa dell’individualità della risposta alla dieta in base alla propria costituzione. Innanzitutto facciamo una premessa sul significato di dieta. Se intendiamo un regime alimentare volto al dimagrimento ad esempio, la delusione maggiore è quella di constatare che la stessa dieta, con gli stessi nutrienti, con le stesse calorie, sortisce l’effetto desiderato in alcune persone ed in altre no, se non addirittura favorisce l’aumento del peso. Quindi la variabilità costituzionale in base al proprio biotipo morfologico è la chiave di volta per la riuscita o no della dieta. Veniamo ai rischi. Questi sono prevalentemente secondari alla privazione di alcuni nutrienti fondamentali per la salute e all’abuso di altri. I rischi principali sono danni renali per l’abuso di proteine, la disidratazione se vengono abolite frutta e verdura, l’ipoglicemia se vengono aboliti totalmente o sono insufficienti i carboidrati. Tali fastidi e rischi spesso non si manifestano all’inizio della dieta squilibrata e non personalizzata, ma possono presentarsi anche dopo settimane. Si può avvertire spossatezza, crampi, insonnia, costipazione intestinale, meteorismo, secchezza cutanea e delle mucose, ecc.. Prima di arrivare a veri e propri danni organici. Questo perchè il corpo umano mette in atto tutti i meccanismi risanatori e compensatori per cercare di ripristinare l’equilibrio alterato e quando non riesce più a mantenere l’equilibrio, si manifestano i sintomi veri e propri.
A: Che tipo di variabili devono essere prese in considerazione quando si prescrive una dieta a un individuo?
S: Innanzitutto bisogna dire che la dieta è un atto medico, e quindi non può essere prescritta ad un singolo individuo da chi non è medico. Questo è un punto fondamentale. Le variabili da tenere in considerazione sono molteplici e in parte sono simili ed i parte no da soggetto a soggetto, a seconda del suo stato di salute o malattia. Bisogna considerare l’età, il sesso, le aspettative, gli obiettivi (dimagrimento, aumento di peso in caso di persone sottopeso, aumento di massa muscolare negli sportivi, patologie in atto), lo stato generale di salute, l’assetto ormonale (poiché la dieta corretta in qualunque caso deve seguire e favorire il fisiologico sistema ormonale e in alcuni casi, invece, ripristinare uno squilibro ormonale come ad esempio nel diabete mellito di tipo 2 e la sindrome metabolica), le misure antropometrice (circonferenza vita, fianchi, gambe, braccia, ecc,,il peso, l’altezza, l’attività fisica svolta,farmaci assunti, precedenti gravidanze, ecc….questi sono solo alcuni dei parametri da tenere in considerazione, e solo un medico coscienzioso e possibilmente specialista in endocrinologia e scienze della nutrizione ha le basi per unire tutti i tasselli e stilare il corretto regime alimentare.
A: Molte diete sono privative: escludono l’assunzione di carboidrati, oppure di particolari classi di cibi. Altre invece si strutturano sull’assunzione quasi esclusiva di alcuni alimenti, come quelle che prediligono un consumo massiccio di proteine o come quelle che si basano prevalentemente sul consumo di verdura e frutta. Suggeriresti mai ad un tuo paziente una dieta di questo tipo?
B: La risposta è negativa . Poiché il nostro corpo, per rimanere in salute, necessita di essere rifornito con tutti i nutrienti presenti in natura non escludendone nessuno. Quello che invece cambia da soggetto a soggetto e a seconda delle sue condizioni fisiche è semmai la percentuale dei nutrienti di cui cibarsi giornalmente, in funzione dell’assetto ormonale e del biotipo morfologico. Per vivere bene e in salute l’uomo ha bisogno di carboidrati (a basso-medio e alto indice glicemico assunti in giusta percentuale, mentre l’errore più comune è quello o di non assumerli o di assumere solo quelli ad alto indice glicemico che fanno aumentare velocemente la glicemia nel sangue e scatenano una risposta ormonale, insulinica, eccessiva,con conseguente rapida ipoglicemia, e compensatorio aumento del cortisolo , ormone in grado di ripristinare i corretti valori di glicemia, distruggendo i muscoli e con lo spiacevole effetto collaterale di far aumentare le scorte di grasso), proteine in giusta quantità e quindi in base al proprio peso e all’attività fisica svolta, lipidi (evitando i burri che sono notoriamente dannosi e che sono i precursori di molti ormoni), vitamine, minerali, antiossidanti. Il corpo quindi, per poter rispondere in modo salutare ad uno stimolo dietetico, deve essere messo in condizione di ricevere tutti i nutrienti necessari allo svolgimento delle sue funzioni.
A: A proposito di diete proteiche, non possiamo non far un piccolo riferimento alla ormai famosissima dieta Dukan. Una dieta che si dice essere potenzialmente applicabile a tutti e che prevede l’assunzione libera e illimitata di determinate categorie di cibi (sostanzialmente proteine di origine animale), senza limiti di abbinamento e orario. Cosa ci puoi dire al riguardo?
B: Bella domanda! non è mia abitudine criticare le scelte dei colleghi, ma quando queste scelte ricadono su molti in modo anche negativo, non si può tacere. Partendo dal presupposto che non siamo tutti uguali, che ognuno ha la sua costituzione biotipologica, un suo metabolismo, condizionato dal modo di vivere, dalle abitudini e dall’ambiente, viene meno il concetto della dieta applicabile a tutti e soprattutto autoprescritta (avendone letto i principi su un libro o su internet) saltando la tappa fondamentale della valutazione medica sullo stato di salute. In questo caso trovo pericoloso questo approccio, poiché diventa un approccio fai da te senza avere la consapevolezza di quale sia la nostra condizione pensando solo ed esclusivamente alla falsa promessa del risultato assicurato. Risultato che sarà positivo soltanto per quelle persone che per loro costituzione biotipologica sopportano la privazione e una dieta squilibrata, mentre sarà negativo per tutti coloro che hanno una costituzione e metabolismo opposto. La dieta Dukan inoltre non educa al mangiar bene per rimanere in salute, e in un periodo storico in cui abbondano i junk food e le persone hanno poco tempo per cucinare, proporre come soluzione una dieta con sole proteine e prevalentemente animali non fa altro che peggiorare le già scorrette abitudini alimentari. Inoltre è ormai dimostrato da studi scientifici internazionali che l’eccessivo uso di proteine animali favorisce i tumori dell’apparato digerente a causa dei nitriti (negli insaccati o carni in scatola) delle poliammine (fattori di crescita potenzialmente mutageni, ovvero che inducono mutazioni in senso oncologico nel dna) nelle carni che vengono liberate dalla degradazione della carne nell’intestino (putrescina, cadaverina , ecc..i cui nomi non promettono nulla di buono ). Non sono contraria all’assunzione di proteine, anzi, ne sono una fautrice, ma preferisco per coscienza e scienza suggerire anche altre fonti proteiche e non esclusivamente la carne. Inoltre il sistema Dukan non prevede limiti di quantità e orari di assunzione degli alimenti e lascia tutto al libero arbitrio… ebbene dubito che un avvocato, una commessa, un ragioniere o un impiegato conoscano la fisiologia umana, quindi ritengo sia compito del medico coscienzioso e coerente educare alla sana alimentazione la popolazione. Certo è che se poi il medico in questione, non mi riferisco a Dukan, ma in generale, è in sovrappeso, magia fritti, si abbuffa di junk food, temo sia veramente improbabile che possa attuare una campagna educativa per i propri utenti. Infine, ci tengo a ricordare che l’abuso di proteine animali favorisce l’acidosi metabolica. Il nostro corpo è concepito per funzionare correttamente in un ambiente alcanino, poco sopra la nautralità e il ph alcalino è mantenuto tale dai sistemi tampone presenti nel corpo che sono deputati a questa funzione (il rene prevalentemente) e in grado di riportare in condizioni fisiologiche il ph al valore ottimale. Quando però l’alimentazione è scorretta e favorisce l’acidosi per troppo tempo, anche il rene ha difficoltà a mantenere l’equilibrio acido-base e iniziano una serie di disturbi e fastidi. Per controllare se il nostro corpo funziona in modo corretto in tal senso, è sufficiente misurare per qualche mattina consecutiva il ph urinario con delle cartine tornasole e valutare, variando la dieta, come varia anche il ph.
A: Cosa significa “dieta” per te?
S: Grazie per questa domanda. La parola dieta per me ha un significato sacro, è sinonimo di amore per se stessi e per la propria evoluzione, dimostrato in modo pratico e tangibile alimentandosi nel modo più salutare possibile ed adatto alla nostra fisiologia. Sicuramente per me non è sinonimo di privazione o di sacrificio per perdere i kg di troppo in previsione della prova costume, poiché durante l’inverno, coperti da vestiti spessi non ci siamo accorti dei segnali che ci inviava il nostro corpo circa i nostri errori alimentari facendo comparire cuscinetti e cuscinetti di adipe. È proprio con questa mentalità costruttiva ed evolutiva che affronto il problema della rieducazione alimentare con le persone che si rivolgono a me. Tanto per dare un’ idea, nelle mie diete sono previsti gelati e cioccolata! La dieta non è privazione ma conoscenza!
A: Che consigli ti senti di dare a chi volesse intraprendere una dieta?
B: In primis di comprendere che la dieta corretta per se stessi non può essere appresa su riviste, su internet o dell’amica, né tantomeno è possibile far ricorso alla dieta di 20 anni prima. La dieta è ad personam, è biotipizzata sul proprio e specifico metabolismo. Lasciarsi allettare dai titoli del tipo perdi 3 kg in una settimana o giù di lì ha sicuramente conseguenze negative. Non perchè non si perdono i 3 kg, ma perchè fondamentalmente così non si viene educati al rispetto del proprio corpo e si incappa sempre negli stessi errori. Consiglio quindi di rivolgersi ad un medico coerente, che trasmetta con tutto se stesso la veridicità di ciò che propone, attraverso il buon esempio.
Il Dr. Serena Missori è medico chirurgo, specialista in endocrinologia e malattie del ricambio, docente alla Sapienza di Roma e docente all’accademia U.R.A.N.U.S Italia. E’ ideatrice dell’Alchemist Fitness Project.

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A cura di Alessandra Denaro